Nonostante le tante sollecitazioni provenienti da più parti in merito alla gravità della situazione delle liste di attesa in Puglia, si continua impunemente a violare la legge e le disposizioni ministeriali. Stamattina una signora si è recata al CUP di Gioia del Colle per richiedere una ecografia con codice di priorità B (entro 10 giorni) ricevendo come risposta: TUTTE LE LISTE SONO CHIUSE.
Quindi non è stata fornita alcuna data. Si tratta della negazione di un diritto espressamente vietata dalla legge regionale n.13 che all’art. 4 prevede il divieto di chiusura delle agende, riprendendo quanto già contemplato dalla legge 266/2005. L’interessata ha inviato al Direttore generale della Asl di Bari e al responsabile unico liste di attesa una diffida a fornire la prestazione secondo le normative vigenti.
È solo uno dei casi che quotidianamente si verificano fra i cittadini pugliesi e in particolare i pensionati. Durante il mese di ottobre, lo Spi Cgil di Puglia ha organizzato 52 presidi davanti alle strutture sanitarie della regione. È stata l’occasione per parlare con le persone rendendole edotte dei loro diritti, ma anche per raccogliere la profonda esasperazione ed insofferenza di chi si trova nella condizione di vedersi chiudere le porte in faccia da un sistema sanitario da riorganizzare. I quindici milioni messi a disposizione di un piano per l’allungamento degli orari di apertura di funzionamento e ricevimento degli assistiti è solo una prima risposta. Ma servono interventi più mirati sul piano organizzativo che intanto ricostruiscano la catena delle responsabilità, istituendo il centro unico di prenotazione, rendendo trasparente il sistema consentendo ai cittadini di verificare come le liste agende vengono compilate, con quale criterio e chi le governa.
Durante le ultime settimane si sono levate molte voci da parti di gruppi politici e rappresentanti istituzionali, alcune apprezzabili. C’è n’è una però che continua a risultare assente: quella del Presidente Michele Emiliano. I cittadini pugliesi si aspettano che si faccia sentire, che riconosca la sofferenza a cui si è sottoposti, la rinuncia a curarsi da parte di coloro che non hanno i soldi per pagarsi la prestazione in intramoenia. Da un uomo di diritto quale lui è c’è da aspettarsi il riconoscimento di una palese violazione delle norme di legge oltre che della dignità delle persone più umili, in barba ai principi di solidarietà, uguaglianza e giustizia sociale.
Giovanni Forte
Segretario generale Spi Cgil Puglia