L’allungamento dell’età è un bene di cui la società deve essere orgogliosa. Bisogna però fare in modo che il livello di autonomia venga preservato, creando le condizioni perché la casa diventi un luogo sicuro e confortevole, dove si possa vivere di più e meglio e non luogo di solitudine, specie per chi ha ridotte capacità fisiche e non ha più nessuno.
In Puglia gli anziani sono oltre 842 mila, di cui il 35% vive solo.
Oltre 220 mila gli anziani con deficit funzionale.
Non sempre le famiglie possono prendersi cura di loro: per questioni di reddito e/o perché i figli vanno via.
Ma ci sono anche anziani in buona salute ai quali bisogna garantire la possibilità di continuare a vivere in maniera attiva.
Due anni fa lo SPI ha ottenuto la legge sull’Invecchiamento attivo e in buona salute (n°13 del 30 aprile 2019) tesa a definire nuove politiche per sottrarre gli anziani dall’emarginazione e dalla solitudine.
Per invecchiare bene a casa occorre che:
- il quartiere o il paese in cui si vive abbiano strutture che favoriscano l’inserimento nella vita attiva della comunità;
- si possa vivere in sicurezza: presìdi sanitari e assistenziali sul territorio, spazi pubblici attrezzati, giardini, trasporti, illuminazione, marciapiedi che consentano di transitare in sicurezza, strisce pedonali, bagni pubblici, pensiline;
- si trasformino i borghi spopolati in centri che garantiscano il vivere in comunità, mantenendo la propria indipendenza;
- le abitazioni siano dotate di attrezzature che salvaguardino l’autonomia: ascensori negli stabili che ne sono privi, abbattimento barriere architettoniche, riduzione dimensioni appartamenti magari acquistati in gioventù, ricavando alloggi per giovani che garantiscano integrazione e mutualità;
- prevenzione incidenti domestici, con l’ausilio della tecnologia (servizi robotizzati, telesoccorso, teleassistenza, telemedicina);
- siano istituiti servizi di trasporto, accompagnamento e compagnia, acquisto e consegna di prodotti a domicilio;
- si investa nel servizio di assistenza domiciliare, al fine di non costringere a rivolgersi al privato, non sempre accessibile dal punto di vista economico;
- venga ripensato il modo di intendere l’abitare, puntando alla creazione di quartieri o comprensori in cui poter vivere insieme e con servizi in comune, senza perdere la propria autonomia, favorendo anche la permuta delle vecchie abitazioni con nuove residenze in co-co-hausing (forme di coabitazione possono essere attivate in maniera sperimentale anche in alcuni condomini a prevalente presenza di anziani).
LO SPI CGIL PUGLIA VUOLE SOLLECITARE LA REGIONE, I COMUNI, LE ARCA (EX IACP) A METTERE IN CAMPO NUOVE POLITICHE PER L’ABITARE DEGLI ANZIANI E PER UNA DIVERSA IDEA DI VECCHIAIA; PORTERÀ QUESTI TEMI ALLA DISCUSSIONE NELLE CITTÀ E NEI QUARTIERI, INDAGANDO SUI BISOGNI CHE NELLO SPECIFICO EMERGERANNO.